La comunicazione non è un semplice passaggio di informazioni, ma un processo in cui giocano un ruolo importante anche le emozioni, il livello culturale, la collocazione sociale e tutte le caratteristiche personali di coloro che vi partecipano
Prima ancora di scendere nei dettagli di una delle principiali teorie, possiamo definire la COMUNICAZIONE come un MESSAGGIO, elaborato per mezzo di uno specifico CODICE, e tramesso da un EMITTENTE ad un RICEVENTE, nell'ambito di un determinato CONTESTO, utilizzando uno specifico CANALE. Ciò, per sottolineare che la comunicazione assume un significato concreto, valido, reale, solo a condizione che siano presenti tutti gli ATTORI cui si è fatto riferimento.
Ad esempio, se un genitore riceve un Sms con cui l’istituto scolastico frequentato dal figlio gli chiede di mettersi in contatto con un certo insegnate, il CONTESTO è rappresentato dall’ambito scolastico, l’EMITTENTE è la segreteria dell’istituto, il RICEVENTE è il genitore, il CANALE è il sistema di messaggistica, mentre il MESSAGGIO è costituto dalla richiesta di contattare un determinato insegnante. In mancanza di uno solo degli elementi fondamentali, la comunicazione perderebbe significato.
Dopo questa considerazione propedeutica, passiamo ad esaminare gli assiomi della teoria di Watzlawick.
PRIMO ASSIOMA - Non si può non comunicare.
Da questo postulato consegue che anche il comportamento, nelle sue molteplici articolazioni, assume il valore di messaggio ed è, quindi, una forma di comunicazione.
Su questa base, in una determinata interazione, la comunicatone non avviene solo a livello verbale, ma anche con la nostra attività o inattività. Così, anche se annullassimo l’attività verbale al fine di non comunicare, il nostro comportamento sarebbe interpretato come un atto comunicativo: “Ti/Vi comunico che non desidero comunicare con te/voi”.
SECONDO ASSIOMA - Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione.
Ogni messaggio presenta un aspetto di contenuto (“cosa si dice”) e uno di relazione (“come lo si dice”), in modo che il secondo classifichi il primo (metacomunicazione = comunicazione nella comunicazione).
Secondo questo assioma il contenuto della comunicazione diventa comprensibile, se viene stabilita una valida relazione tra gli interlocutori, in quanto è la relazione stessa, cioè la modalità della comunicazione, che determina il significato del messaggio.
Anche sulla base di questo postulato, Watzlawick sostiene che il contenuto della comunicazione verbale vale solo il 7%, contro il 93% della relazione stessa.
TERZO ASSIOMA - La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti.
Qui il termine “punteggiatura” non si riferisce ai segni di interpunzione di una frase, ma riguarda l’interpretazione che gli interlocutori attribuiscono alla comunicazione e, di conseguenza, ne organizza le sequenze, cioè le successive fasi della modalità comunicativa.
Normalmente, ogni comunicatore interpreta il proprio comportamento come conseguenza di quello altrui e, nel caso si inducano reazioni cicliche negative che determinano l’impossibilità di scambiare il messaggio, l’unica soluzione è rappresentata dalla metacomunicazione: diamo priorità al nostro messaggio e, modificando il nostro atteggiamento, ci impegniamo a renderne oggettivo il senso e il contenuto.
QUARTO ASSIOMA - Gli esseri umani comunicano sia con il modulo verbale (numerico) che con quello non verbale (analogico)
L’assioma stabilisce che tutte le comunicazioni utilizzano due moduli, quello verbale, definito numerico o logico e quello non verbale o analogico.
Il modulo verbale è legato al contenuto del messaggio e quindi alle parole ed ha lo scopo prevalente di scambiare informazioni sugli oggetti e sulla conoscenza; è assertivo ed esplicito.
La comunicazione analogica è invece legata al linguaggio non verbale e quindi all’aspetto di relazione. Si riferisce ai gesti, alla mimica facciale, alla postura, al tono di voce, alla ritmica e alla modulazione del linguaggio e rivela principalmente la natura della relazione con gli altri soggetti.
Nel caso in cui la comunicazione verbale venisse contraddetta da quella analogica, si verrebbe a creare una sorta corto circuito nel destinatario del messaggio, che, inevitabilmente, produrrebbe ambiguità e confusione.
QUINTO ASSIOMA - Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza.
Sono simmetriche e si definiscono “up-up” le comunicazioni caratterizzate da uguaglianza sociale, affettiva o di ruolo (moglie e marito, compagni di classe, amici, fratelli).
Sono invece complementari o asimmetriche e si definiscono anche “up-down” gli scambi comunicativi basati sulla differenza di posizione. Le interazioni complementari avvengono quando la posizione di uno dei due interlocutori è considerata da entrambi differente, in funzione, per esempio, del ruolo, della competenza, dell’esperienza.
È opportuno sottolineare che nessuna delle due modalità di comunicazione può essere definita, in assoluto, “buona” o “cattiva” perché sono modulate sulla rete di relazioni valoriali oggettive. Infine, si può ancora osservare che talvolta, le relazioni complementari possono trasformarsi in simmetriche. Ciò accade, ad esempio, quando un figlio diventa adulto, un militare, da sottoposto, diventa parigrado, un allievo diventa insegnante.
Conoscere i processi legati alla comunicazione è di fondamentale importanza per chi decide di aprire un canale relazionale e informativo utilizzando un sito internet
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