I titoli che si attribuiscono ai contenuti online hanno una grande importanza: qui sono proposte le 10 tecniche maggiormente impiegate che vi aiuteranno a catturare l’attenzione dei vostri visitatori e li indurranno alla lettura
Il titolo è proprio la prima “cosa” che viene letta e, necessariamente, deve incuriosire, deve in qualche modo essere predittivo dei valori e dei contenuti, deve stimolare il visitatore – il potenziale lettore - ad entrare nella lettura.
Fortunatamente, attraverso lo studio e l’esperienza sono state elaborare numerose tecniche e modalità per realizzare titoli efficaci, titoli perfettamente informativi del contenuto cui si riferiscono e che stimolano efficacemente la lettura.
Paradossalmente, proviamo ora ad immaginare di aver scritto un contenuto di grande valore, ma di attribuire allo stesso un titolo sbagliato e poco attraente. Quale sarebbe il risultato? Senza dubbio il nostro visitatore non sarebbe indotto alla lettura. Sbagliare il titolo, infatti, è un po’ come sbagliare i contenuti e non ci consente di valorizzare la nostra capacità redazionale.
Le note che seguono, anche attraverso l’uso di esempi illustrativi, presentano una selezione delle 10 tecniche più efficaci per la formulazione dei titoli. È ancora opportuno sottolineare che, di volta in volta, si dovrà utilizzare la tecnica che si adatta meglio alla situazione, cercando, allo stesso tempo e nell’ambito del contesto globale, di proporne un "uso a rotazione”.
Titolo che contiene il senso del “come..." (come fare a…, come far per…, come poter…)”
Vediamo subito un esempio: “Come rendere attrattivi i titoli dei post”.
Nella sostanza si indica al tettore che sarà guidato alla soluzione di un problema. È una tecnica molto efficace ed è opportuno utilizzarla quanto più spesso possibile.
Titolo che preme sul fattore motivazionale.
Ad esempio: “Se vuoi essere più attrattivo su internet, modifica il tuo stile di scrivere i titoli”.
Si tratta di un titolo che promette un obiettivo concreto in un’area che, per il lettore, è di grande interesse. In questo modo si agisce su una sua motivazione, attirandolo e inducendolo alla lettura dell’articolo. Infatti, attraverso le tematiche dell’articolo, gli si propone un miglioramento della sua attività: più prestazioni, più performances e più efficacia per ottenere risultati di successo.
Titolo che si conclude con un punto esclamativo.
Ad esempio: “In questo post le regole per creare titoli efficaci per il web!”
Si tratta di una tecnica che conferisce decisione e autorevolezza. Si deve comunque usare con circospezione e discrezione e solo occasionalmente. Infatti, non sono molti i titoli che si adattano a questo sistema, ed una sua applicazione forzata può produrre un fastidioso senso di esagerazione.
Titolo che contiene un numero in cifre.
Ad esempio: “10 tecniche efficaci per scrivere titoli per il web”.
Qui il titolo contiene un numero che deve essere scritto in cifre. In questo caso si crea un legame percettivo maggiore rispetto all’ipotesi di scrivere il numero in lettere. Questa tecnica offre un senso di concretezza indotto proprio dall’elemento visivo rappresentato dalle cifre: 10 è meglio di dieci.
Titolo di carattere dichiarativo che contiene i due punti.
Ad esempio: “Scrivere titoli per il web: le tecniche fondamentali”
I due punti bloccano in qualche modo il lettore perché promettono e focalizzano l’attenzione sull’asserto che segue. Infatti, subito dopo i due punti, si apre lo scenario risolutivo e quindi interessante. Questa è tecnica, che si può applicare in molteplici situazioni, è particolarmente efficace.
Titolo che presenta un termine superlativo.
Ad esempio: “Le tecniche migliori per scrivere titoli per i post”.
Usare un superlativo implica un grande impegno o una promessa e, in tal modo, esprime un fattore stimolante che induce alla lettura dell’articolo.
Titolo che utilizza la citazione di un personaggio famoso.
Ad esempio: “I 7 comandamenti di David Ogilvy che ogni marketer dovrebbe conoscere”.
Questa metodologia, attraverso l’associazione al personaggio famoso, consente di trasferire maggiore autorevolezza al proprio contenuto.
(David Ogilvy è stato un famoso pubblicitario britannico che, tra l’altro, diede visibilità e vigore alla corrente scientifica della pubblicità moderna e formulò il concetto di Brand Image.)
Titolo che contiene la parola “segreto” (sia come sostantivo che come aggettivo).
Ad esempio: “In questo post tutti i segreti per creare titoli efficaci per il web”.
La parola segreto è molto efficace e offre l’impressione di condividere grandissime competenze con i lettori e, conseguentemente, fornisce livelli di maggiore attenzione e interesse che inducono alla lettura.
Titolo che propone una domanda ai lettori.
Ad esempio: “Commetti anche tu questi errori quando crei un titolo per un post?”
Questo approccio induce una curiosità che stimola il lettore a cercare la risposta nella lettura dell’articolo.
Titolo che esprime una (leggera) provocazione.
Ad esempio: “Ti sfido a scrivere un titolo straordinario come solo i migliori sono capaci di fare.”
Si tratta di una tecnica da utilizzare con attenzione e misura. L’eccesso di provocazione, infatti, piuttosto che stimolare l'interesse ed attrarre il visitatore, inducendolo alla lettura, rischia di essere ritenuto offensivo, provocando una pericolosa repulsione. Deve quindi essere controllata e utilizzata, in particolare, quando già esiste un solido legame di affezione con i lettori o i visitatori del sito.
Dopo aver presentato le 10 tecniche dedicate alla titolazione, è ancora importante sottolineare che un aspetto che investe la maggior parte delle situazioni è costituito dall’attenzione che si deve dedicare nel formulare titoli capaci di prospettare sempre la soluzione ad un problema specifico.
In chiusura, resta ancora da segnalare l’opportunità di rivolgersi direttamente ai lettori usando la seconda persona (singolare o plurale; tu o voi). In particolare, dare del tu significa accorciare le distanze ed equivale a rivolgersi all’utente del sito direttamente, quasi in modo esclusivo e, tutto ciò, stimola la lettura con più efficacia.
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